Fonte: http://ww2.carta.org/notizieinmovimento/articles/art_9983.html, por Giorgio Dal Fiume

Nairobi, 21 gennaio. L’Africa ed il Kenya si sentono tutto attorno alla sesta edizione del Forum sociale mondiale [Wsf]. La difficoltà organizzativa evidente, il consiglio ripetuto a non uscire dall’hotel la sera, internet che non funziona… Ma c’è dell’altro, e non solo nella musica e nelle danze africane che ieri hanno rallegrato la cerimonia inaugurale del Forum. Arrivare in Kenya e trovare eventi e organizzazioni che parlano della condizione degli intoccabili in India, del nucleare in Iran, il gruppo ecologista arabo che presenta le sue iniziative. i delegati del Vietnam che gentilissimi ti sorridono anche se dalla loro espressione è evidente che si chiedono dove sono capitati…, fa una certa impressione.

E poi c’è tutta l’Africa, e questa ovviamente è la cosa più importante, la grande novità per cui vale la pena aver organizzato il Wsf e venire fin qui. Madame Safiatou Diallo della Guinea Konakry lo ha ben presente quando nel suo perfetto vestito africano mi dice: «Per noi il forum è importantissimo, è l’unico spazio di confronto libero che abbiamo, è il momento nel quale possiamo entrare in contatto con organizzazioni estere e anche africane. Il commercio equo? Si ne ho sentito parlare, verrò ai seminari perché voglio saperne di piu».

Noi di Ctm altromercato siamo venuti a Nairobi per interrogare il Forum con la seguente domanda «Quale ruolo può continuare a giocare per incidere su una politica mondiale che va drammaticamente in tutt’altra direzione?». La domanda però non è astratta ma da collocarsi in un presente critico per le prospettive stesse del Forum sociale mondiale: l’essere alla sua sesta edizione, lo scontare inevitabili ripetizioni e un forte riflusso del movimento altermondialista [molto visibile in Italia] che ne è stata la culla e la cassa di risonanza.

Con questa domanda in testa [presente nella maggioranza dei veterani del Forum] qui scopriamo quello che già sappiamo e che porta noi di Ctm altromercato e altri a continuare a frequentare il Wsf e investire nel suo percorso: il valore di questo spazio non è più nelle sue ripetitive parole d’ordine, ma nel permettere l’interconnessione e messa in rete di soggetti diversi, e nel grande valore sociale ed educativo dei suoi mille eventi che, per quanto propongano da anni gli stessi contenuti, permettono a pubblici sempre diversi di ascoltare parole e temi oscurati da politica e media tradizionali.

Per questo l’essere qui in Africa è estremamente importante, nell’opportunità di connettere le grandi problematiche di questo continente [che riflettono gli effetti degli squilibri politici e commerciali sui quali si basa il sistema mondiale] al percorso di critica alla globalizzazione e al neoliberismo, valorizzando la rete africana di organizzazioni sociali che lavorano quotidianamente per «un altro mondo possibile»; e normalmente marginali nel cirquito degli eventi che in questi hanni hanno promosso e diffuso la critica alla globalizzazioni e le relative proposte alternative.

Un segno concreto di ciò è stato il coinvolgimento delle popolazioni e organizzazioni delle baraccopoli di Nairobi [città di 7 milioni di abitanti, il cui 60 per cento vive negli slums, i pù grandi dell’Africa] nel Forum, come spiegava Alex Zanotelli, tornato con grande emozione per la prima volta a Nairobi dal 2002, dopo i dodici anni passati nella baraccopoli di Korogocho: alcuni seminari sono organizzati direttamente negli slums, sono previsti un paio di eventi che coinvolgono i «ragazzi di strada», le organizzazioni sociali che lavorano nelle baraccopoli sono presenti nel Forum.

Ma ovviamente noi abbiamo come priorità la promozione dei temi del commercio equo e dell’economia sociale, sia dentro il Forum che, soprattutto, fuori. Sabato sera 20 gennaio c’è stata la riunione preparatoria dei partecipanti alle iniziative sul commercio equo e l’economia sociale [al Forum sono formalmente presenti solo tre organizzazioni del commercio equo europeo], per coordinarci e dare degli obiettivi comuni alla dozzina di eventi [tra cui il seminario organizzato da Ctm altromercato, Fair, Ideas e Meru Herbs sulle prospettive e cambiamenti nel Fair Trade, che si tsvolgerà oggi pomeriggio], che confluiranno nella sessione conclusiva del 24 gennaio. Il valore della riunione non era dato dalla presenza di noi «soliti noti», ma dai rappresentanti di organizzazioni attive sui temi dell’economia sociale o fair trade provenienti dal Togo, dalla Nigeria, dal Burkina Faso, dal Benin, dal Senegal, dalla Guinea, dal Niger, dal Sud Africa, e ovviamente dal Kenya.

Nell’incontro si sono confrontate due ipotesi tra loro parzialmente diverse: una dà priorità al lavoro di scambio di contenuti e di costruzione di un documento comune, l’altra di tradurre ciò in proposte di azioni concrete da richiedere al Forum di inserire nella lista del «Piano di azione» che dovrebbe concludere il Forum di Nairobi. Noi ci siano nettamente schierati per questa seconda ipotesi, proponendo che la delegazione al Forum dell’economia sociale proponga che il Piano d’Azione includa una settimana di mobilitazione mondiale sul consumo critico e responsabile, declinando azioni concrete e simboliche sulle quali dovrebbe convergere tutto il movimento mondiale coinvolto nel Wsf. Ciò perché questa secondo noi è la grande novità [e speranza di evitare un declino] di questo Wsf: il volersi concludere con una lista di azioni correlate a 21 macro temi [uno dei quali è l’economia alternativa, e quindi ci riguarda direttamente] sui quali organizzare nel 2008 eventi mondiali che costituiscano da un lato la dimostrazione del risultato concreto del Forum, dall’altro la modalità per cui tenere attiva la tensione sui temi globali anche tra un Forum e l’altro [questione a nostro avviso principale per il futuro del Forum]. Questa proposta, ardita ma possibile, dimostra a mio avviso che pure scontando le difficoltà di dare prospettive a un movimento mondiale che si incontra massimo una volta l’anno. il confronto interno produce proposte interessanti, positive, concrete.

A parte le nostre tematiche, questo Forum si caratterizza per temi non a caso collegati a problematiche tipiche del continente che lo ospita: la sovranità alimentare, la povertà estrema e i bambini lavoratori, gli squilibri degli scambi commerciali internazionali, l’agricoltura, i diritti umani. Gli eventi organizzati sono oltre 1.100. Le organizzazioni italiane presenti sono una trentina, 500 gli italiani annunciati.